Io penso positivo: come pensare positivo per il benessere

Benessere e positività; migliorare la propria vita, il proprio benessere pensando positivo è possibile. Non è detto che si deve necessariamente essere ottimisti "di natura", basta allenarsi a diventare positivi, ad affrontare con maggiore grinta e positività gli eventi quotidiani della vita. Siamo esseri alla ricerca della felicità: cerchiamola, desideriamola... otteniamola!

Essere positivi nella vita aiuta a star bene

“Non esiste un sentiero verso la felicità. La felicità è il sentiero.” Wayne Dyer.

Pensare positivo incrementa il benessere soggettivo che determina esperienze emozionali positive, sentimenti di soddisfazione nei confronti della propria vita e relazioni sociali gratificanti.

Com’è possibile pensare positivo di fronte agli eventi difficili della vita, fonte oggettiva di sofferenza?

La risposta può offrircela la psicologia positiva, emersa alcuni anni fa da un’idea di M. Seligman, allora presidente dell’American Psychological Association (APA), che ha studiato l’ottimismo e le sue implicazioni nel vivere quotidiano dal punto di vista scientifico.

Studi successivi hanno evidenziato che gli ottimisti , diversamente dai pessimisti, attribuiscono la causa degli eventi negativi a fattori temporanei e specifici, quindi, modificabili: quest’atteggiamento permette loro di percepire di avere un controllo sulla situazione e di agire di conseguenza per modificarla.

Un esempio può essere uno studente che non supera una prova di esame, reputando di non aver studiato abbastanza (causa interna specifica, temporanea e modificabile) o perché la prova era particolarmente complessa (causa esterna, specifica e temporanea).

Nel caso di eventi positivi, l’ottimista tende ad enfatizzare l’evento favorevole, a generalizzarlo, come se fosse  un ulteriore manifestazione delle sue risorse personali e tende a percepirlo  non transitorio, ma ripetibile nel tempo.

Seligman sostiene, però, che con l’utilizzo di tecniche specifiche (training di ottimismo), il pensiero si può cambiare e con le capacità della mente si può modificare, anche, il modo di guardare il mondo.

Da pessimisti, si può, quindi, diventare OTTIMISTI!

La “ricerca della felicità”: Come si impara a pensare positivo?

Recentemente, Weiss A., e Bates T.C. dell’Università di Edimburgo (2008)  nel loro trattato “Happiness is a Personality “, esito di anni di ricerche e sperimentazioni, hanno evidenziato che la felicità dipende per il 50% dai nostri geni, l’8-10% da fattori esogeni, come soldi, status sociale, aspetto fisico etc. e il restante 40% dal modo in cui si pensa e si affronta la vita.

Gli autori individuano sei fattori della felicità, tramite i quali è possibile utilizzare le proprie potenzialità per raggiungere la serenità:

  1. trovare uno scopo nella vita (dal greco eudaimonia, che letteralmente vuol dire “essere con un buon (eu) demone (daimon)”, intendendo quest’ultima parola, non nel significato negativo che ha oggi ma, nel senso di geniospirito guida),
  2. riscoprire i piccoli piaceri nell’arco di ogni giornata (concedersi brevi, gradevoli pause per ricaricarsi),
  3. appassionarsi ad un’attività (Go with the flow, cioè immergersi in un’attività ritenuta entusiasmante),
  4. scegliere le proprie reazioni personali di fronte agli eventi (reagire in modo esplicativo ottimistico alle situazioni della vita)
  5. imparare a dare (offrire tempo, disponibilità e risorse personali agli altri)
  6. legare il proprio stato emotivo positivo al presente ( cercare la felicità nel Hic et nunc, cioè nel momento e nella situazione attuali. Legare la felicità ad eventi futuri crea insoddisfazione perché si sovrastima il futuro senza attivarsi per essere sereni nel presente)

Bisognerebbe tenere sempre a mente che:

  • pensare positivo aiuta davvero
  • essere positivi aiuta a guarire
  • essere positivi aiuta nella vita e nel lavoro
  • pensare positivo aiuta a vivere meglio

“La felicità, quindi, non è un’utopia, ma un’emozione che potremmo vivere ogni giorno.”